clicca sull’immagine per vedere la galleria fotografica su Don Adolfo L’Arco

Don L’Arco è stato per tutti il “salesiano del sorriso”! Una descrizione dell’uomo e del sacerdote che potrebbe sembrare riduttiva e incompleta. Le radici della sua capacità di sorridere e di aiutare a sorridere le troviamo nelle sue caratteristiche umane e spirituali: un uomo semplice, studioso, spirituale, salesiano doc, prete innamorato di Cristo e di Maria, maestro di vita. Una personalità coinvolgente: “Una vita lunga la sua. Un incendio divampato sulla terra. Al solo suo apparire, il calore di un ambiente cambiava: un vero termostato dello Spirito. Era pertanto ricco di empatia, come vivere dentro l’interiorità degli altri. Era ricco altresì di amorevolezza di don Bosco, intesa come amare l’altro, a partire dall’altro, facendogli percepire amore”. Una presenza sempre gioiosa e sorridente, serena e vicina a tutti. Una presenza che diventava irradiazione dello spirito di don Bosco attraverso la predicazione e la scrittura, come recita il titolo di uno dei suoi scritti: “Don Bosco sorridendo entra in casa vostra”. Don L’Arco diceva: “La felicità non è fuori di noi, come un mucchio d’oro, ma è in noi come armonia. L’armonia delle forme genera la bellezza, l’armonia delle funzioni genera la salute; l’armonia dei sentimenti genera la saggezza, l’armonia della bontà genera la santità”. Era un dono particolare. Vedete: don L’Arco è un capolavoro della Santissima Trinità. Ogni uomo è simile a Dio. Dio ha creato don L’Arco molto più simile a sé che non tanti altri uomini. Don L’Arco ha corrisposto in pieno a questo progetto di Dio: ha detto sempre “sì”, come Maria. Ha detto “sì” al Padre, perché ha saputo valorizzare tutte le doti naturali (intelligenza superiore, vivacità, brio, salute) di cui l’aveva colmato; ha detto “sì” al Figlio, perché, quando lo ha chiamato, ha voluto essere partecipe del suo sacerdozio ministeriale; ha detto “sì” allo Spirito Santo, perché si è lasciato plasmare da Lui. Tutta la sua umiltà l’ha messa nelle mani dello Spirito Santo ed entrambi andavano in tandem, pedalando esattamente alla stessa maniera; ecco perché don L’Arco è un capolavoro della Grazia. “Di don L’Arco-prete ho sempre ammirato la discrezione, la comprensione, la bontà d’animo nel giudicare e affrontare le situazioni più difficili. Salesiano sempre allegro, cresciuto alla scuola di don Bosco, come tutte le grandi personalità religiose talora sembrava un misto di contraddizioni. Ma poi erano contraddizioni vere o una sintesi di aspetti diversi della realtà? In tanti atteggiamenti era tradizionale, ma non tradizionalista, molto legato ai valori su cui aveva fondato la sua vita ecclesiale; ma non era clericale, ubbidiente ma libero: la sua fede e la sua accettazione della novità poggiavano su radici solide e antiche. Un tipo di prete così solo a Napoli poteva crescere e svilupparsi. Categorie come « conservatore » o «progressista» si svuotano, perdono significato; con una personalità sui generis tutto è nuovo e tutto e antico, perché genuino e saporito come i frutti della terra. Spesso pensavo che mi sarebbe piaciuto che don Bosco fosse nato a Napoli e in tal caso pensavo che sarebbe stato un tipo alla don L’Arco”. Il Vangelo vissuto nell’esistenza di tutti giorni insomma. Proprio così, la sua era una santità nel quotidiano. In questo senso Don L’Arco si inserisce perfettamente in quella che potremmo definire la santità “moderna”, proposta dalla Chiesa, santità che è sì una vocazione ma anche un dono di Dio. E a lui si accorreva, attratti da quella inalterabile serenità che sgorgava da una ininterrotta “vita interiore”, in unione col “Cristo in cui spero” – titolo del suo libro più impegnativo – e con la tutta salesiana Maria Ausiliatrice. Chi ha incontrato don Adolfo L’Arco ha avuto la possibilità di rendersi conto della eccezionale sua personalità. Forse ricorderà, delle sue effervescenti meditazioni, più la maniera scorrevole e gioviale che la profondità dei suoi insegnamenti; più le innocenti facezie con le quali rendeva più attento l’uditorio, anziché la ricchezza spirituale delle conclusioni. E anche attraverso i suoi scritti emerge, e sorprende, la vastità del sapere, frutto delle letture e degli studi che non ha mai tralasciato nel corso della sua vita. A ben ragione, quindi, in occasione del suo 60mo di sacerdozio, nel 2005, il Rettore Maggiore potè definirlo “orgoglio della Congregazione Salesiana”. Quando si conserva un bel ricordo, comunicarlo è un bisogno; e quando si è molto ricevuto da una persona di valore, in un periodo della propria vita, ricordarlo è anche un dovere. E’ un piccolo gesto di riconoscenza, per compiere il quale queste riflessioni offrono l’occasione di far rivivere ore e giorni segnati nel registro della mente e nel profondo del cuore. Sono il ricordo di uno stile di vita e di pensiero ricevuti nel corso di alcuni anni. E così affidiamo al lettore queste pagine, sperando che come Diogene con la lanterna non cerchi sillogismi o teoremi astratti, ma si sforzi di incontrare un uomo, un prete, una vita, un’esperienza per realizzare un incontro. Queste righe vogliono soltanto dire che “la scuola” di don L’Arco non solo è stata una tappa decisiva del cammino di tanti di noi, ma possiamo annoverarla tra i ricordi più belli della nostra vita. Perciò tanti di noi, Salesiani ed ex allievi che l’hanno conosciuto e sono stati conquistati dalla sua vita, chiediamo che sia proposto come “modello della santità quotidiana” e che si apra l’iter canonico del riconoscimento delle sue virtù, perché sia proclamato santo il “Salesiano del sorriso”.

 

I Libri

 

 

Video: Don Adolfo L’Arco, Salesiano, nella trasmissione di RAI 1 “TEMPO DELLO SPIRITO”

Don Adolfo L’Arco, salesiano, nella trasmissione di RAI 1 “TEMPO DELLO SPIRITO” 21 LUGLIO 1973

Don Adolfo L’Arco, Salesiano, nella trasmissione di RAI 1 28 luglio 1973 TEMPO DELLO SPIRITO

Don Adolfo L’Arco, Salesiano, nella trasmissione di RAI 1 “TEMPO DELLO SPIRITO” 18 AGOSTO 1973

 Don Adolfo L’Arco, Salesiano, nella trasmissione di RAI 1 “TEMPO DELLO SPIRITO” 15 SETTEMBRE 1973

Don Adolfo L’Arco, Salesiano, nella trasmissione di RAI 1 “TEMPO DELLO SPIRITO” 29 SETTEMBRE 1973